In un intervista al quotidiano cattolico francese « La Croix », il presidente della COMECE ha spiegato perché la Chiesa crede ancora nel progetto europeo.

Traduzione propria dal francese / Articolo originale: La Croix

La famiglia europea sta affrontando tutta una serie di problemi gravi. La delusione dei cittadini aumenta. In questo Anno europeo dei cittadini 2013, la maggioranza di coloro che abitano l’Europa non conosce quasi niente di quello che la cittadinanza europea implica e significa.

Card Marx - Di Dieter Schmitt, Fulda DSC - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6866907
Card Marx – Di Dieter Schmitt, Fulda DSC – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6866907

In tutta Europa domina la convinzione che la politica economica e finanziaria finira’ per creare nuovi poveri. La Chiesa, a piu riprese e ai livelli piu elevati, ha fatto sentire la sua voce per ricordare ai nostri politici, alla presidenza irlandese e a tutti coloro che lavorano nelle istituzioni europee i danni collaterali che le strategie per salvare l’Euro stanno causando, e soprattutto il loro impatto sui piu poveri e vulnerabili nei vari Paesi europei.

UN’UNIONE PIÚ INDISPENSABILE CHE MAI

Si comprende bene come i cittadini dell’Unione europea si sentano traditi, che la loro fiducia nelle istituzioni europee sia debole, che guardino con cinismo ai funzionari dell’UE, ai loro dirigenti e che ne abbiano “abbastanza di Bruxelles”. Ma hanno torto. Questo momento di crisi nel nostro continente rende l’Unione europea più indispensabile che mai. 

Non dobbiamo essere miopi riguardo alla storia commune degli ultimi sessant’anni. Siamo quasi tutti d’accordo che siamo riusciti a costruire una famiglia di nazioni caratterizzata dalla pace e dalla prosperita.

I nostri successi sono significativi, ma non è il momento di sederci sugli allori. La crisi finanziaria ha avuto un impatto profondo sull’economia europea nel suo insieme e ha sospinto alcuni Stati membri in una crisi acuta che ha richiesto l’intervento del FMI.

I VESCOVI EUROPEI SONO MOLTO PREOCCUPATI

La fiducia nella capacità dell’UE di reagire e di superare la crisi non è solamente scossa nelle radici, ma il numero di coloro fra la gente comune – i tanti giovani disoccupati, le giovani famiglie con il mutuo sulla casa, le piccole e medie imprese, gli anziani e i pensionati – che sono toccati direttamente dalla crisi è troppo elevato.

La Chiesa, attraverso i suoi sacerdoti, i numerosi laici impegnati così come le organizzazioni cattoliche che lavorano nei paesi in via di sviluppo, è più consapevole di altri dell’impatto profondo della crisi e la sofferenza che essa ha causato a tantissimi cittadini e a coloro che abitano in mezzo a noi ma che non godono dei diritti legati alla cittadinanza.

I vescovi europei hanno già espresso ai piu alti livelli politici la loro profonda preoccupazione e hanno lanciato proposte concrete per alleviare le difficolta, per esempio durante l’incontro con la presidenza irlandese dell’Unione Europea l’8 marzo scorso.

CREDERE E PROMUOVERE LA SOLIDARIETÀ

La Chiesa crede profondamente nel progetto europeo. Questo non è il momento di abbandonarlo. Anzi, è arrivato il momento di intensificare il nostro impegno verso questo progetto: un’Europa dei valori, il più necessario dei quali – in questo contesto di crisi – è la solidarietà concreta. Questo è il messaggio della Chiesa quando fa sentire la propria voce a livello europeo.

La sfida per noi, al contempo figlie e figli della Chiesa e cittadini dell’Unione europea, è di comprendere bene a che punto la congiuntura economica e sociale attuale sia legata a una politica che ha fallito. Non si tratta di un errore nella concezione fondamentale dell’architettura dell’UE, ma piuttosto di una gestione economica e finanziaria che ha violato i principi di una economia sociale di mercato.

Il rimedio potrà trovarsi in un’applicazione più coerente e unitaria dei principi fondamentali dell’Europa: una solidarietà fra comunità e cittadini diversi, nella ricerca del bene comune.