“Un debutto brillante nei contenuti che ci impegna a proseguire con slancio il nostro lavoro”
Con queste parole il nostro presidente ha commentato a caldo l’intensa giornata di lavori vissuta sabato 27 ottobre a Cesena. Con il convegno sull’anno europeo dell’invecchiamento attivo e solidarietà fra generazioni Cooperazione Cristiana per l’Europa ha voluto spiegare – ha sottolineato più volte Masina – che “per noi le radici cristiane d’Europa non sono un alibi di chiusura in un club monoreligioso, ma l’intelligenza di attingere al patrimonio cristiano di conoscenza e di valori a tutto vantaggio della casa comune europea“.
Un dialogo costruttivo fra le istituzioni, rappresentate dagli onorevoli Elisabetta Gardini e Gianni Pittella (in videomessaggio) e la Chiesa, rappresentata da Mons. Douglas Regattieri e Mons. Gianni Ambrosio. Una comunità che ha abbandonato se stessa, perdendo la propria identità: questa è l’Europa di oggi secondo quest’ultimo, Vicepresidente della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea. Un’Europa incapace di rincorrere alla pari il mondo che cambia, sprofondata nel mare dell’impoverimento sociale, politico e culturale.
Lasciata alle spalle una storia che l’ha resa culla dell’occidente, in cui la Cristianità ha avuto un ruolo fondamentale, affronta oggi la lotta per il recupero della dignità umana. “Siamo in una situazione di feudalesimo post-moderno”, è il forte commento di Mons. Ambrosio. Risponde la Gardini con uno slogan altrettanto d’effetto, preso in prestito da Giovanni Paolo II: “Europa non avere paura”. Paura di andare oltre una crisi economica che è stata prima di tutto una crisi di valori, che si può superare solo attraverso un confronto trasversale fra le parti. La crisi di valori, ha detto Ambrosio, è alimentata dall’incapacità dell’Europa di aprirsi verso quell’alto Umanesimo che, in tempi migliori e lontani, l’aveva caratterizzata. Un appiattimento verso il basso che, col tempo, non solo ha limitato le speranze sul futuro dei giovani, ma ha fatto sì che ci chiudessimo in un individualismo imperante. La Chiesa in Europa, dunque, ha oggi l’arduo compito di promuovere e difendere quei valori imprescindibili che possono ridare fiducia ai nostri ragazzi, salvaguardando nel contempo, tramite i nostri genitori, quelle radici cristiane che hanno contribuito in maniera determinante, nel pensiero dei Padri fondatori, alla nascita dell’Europa unita. Parimenti, il Parlamento europeo non deve avere paura di creare maggioranze trasversali, oltre le etichette di partito, per salvaguardare quei valori irrinunciabili (vita, famiglia, solidarietà fra generazioni) da cui l’Europa non può prescindere e di cui l’Italia deve, a buon diritto, farsi promotrice.
Scopo comune di COMECE e Istituzioni europee -hanno concordato Gardini e Ambrosio- deve essere quello di aiutare l’Unione ad affrontare le sfide del mondo in cui viviamo e a tessere una maglia di solidarietà tra popoli che cancelli anche i residui di contrasto; stimolare i politici a percorrere la strada della giusta democrazia, nel bene della Comunità che abbiamo unito ma non ancora costruito.
A breve disponibile una sintesi degli altri contributi che hanno arricchito il convegno.