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Negli ultimi giorni si sono svolti tre incontri fra la Chiesa cattolica e l’Unione europea, ai livelli istituzionali più alti. Un dialogo dai toni anche forti contro ogni violazione della dignità umana. Stragi di immigrati comprese.

Visita del card. Reinhard Marx (COMECE) al presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso
Visita del card. Reinhard Marx (COMECE) al presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso

Una settimana particolarmente significativa si conclude oggi per i rapporti istituzionali fra la Chiesa cattolica e l’Unione europea; una relazione nata insieme all’idea stessa di integrazione europea e destinata a rimanere sempre feconda per entrambi i partner del dialogo.

Giovedì mattina in Vaticano Papa Francesco ha ricevuto il presidente croato Ivo Iosipovic; durante l’incontro – riferisce il comunicato della Santa Sede – “si è espresso il compiacimento per l’ingresso della Croazia nell’Unione europea”, avvenuto il 1° luglio scorso. Il paese è quindi diventato il 28° Stato membro dell’Unione e il tredicesimo ad entrare nell’UE in soli 9 anni.

Quasi in contemporeanea, a Bruxelles, il presidente della Commissione europea Barroso riceveva il presidente della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE), il Cardinale tedesco Reinhard Marx. Il comunicato della COMECE è intitolato “Non è questa l’Europa che vogliamo”, con un chiaro riferimento al tema principale del colloquio, ovvero la strage di Lampedusa di giovedì 3 ottobre. L’occasione è stata colta con forza dal prelato per ribadire la visione cristiana di Europa, con la quale il rifiuto di accogliere profughi con umanità e rispetto è inequivocabilmente incompatibile. Il presidente Barroso ha ribadito quanto già espresso il giorno precedente visitando l’hangar di Lampedusa che accoglie le bare dei migranti deceduti nei giorni scorsi, ovvero l’adeguamento della politica europea in materia di immigrazione per far fronte ai flussi in aumento causati dalla primavera araba.

Infine, venerdì 11 ottobre il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco, prima di partecipare ad una conferenza organizzata presso la Pontificia Università Gregoriana. Intervistato da Radio Vaticana, Schulz ha sottolineato più volte “l’apertura mentale” del Santo Padre, con il quale ha intrattenuto un dialogo molto prezioso, durante il quale i due si sono confrontati anche sul tema dell’immigrazione e su Lampedusa. Alla domanda di Radio Vaticana su come i cristiani possano contribuire al progresso dell’Unione europea, il Presidente del Parlamento europeo ha risposto che tale programma coincide con i primi mesi di pontificato di Papa Francesco: lottare per un’Europa più giusta dentro e fuori dai suoi confini, più solidale con le vittime della guerra e dell’ingiustizia e affinchè dalla crisi attuale emerga una classe politica più credibile e dignitosa. Schulz, infine, ha “cercato di convincere” Papa Francesco a recarsi in visita al Parlamento europeo a Strasburgo, per rivolgere la sua parola ai deputati europei. Ricorre in questi giorni il 25° anniversario del discorso di Giovanni Paolo II nell’aula di Strasburgo. “La Santa Sede è una realtà, il Papa una persona, che hanno un impatto enorme sul dibattito mondiale sui cambiamenti di cui abbiamo bisogno. Per questo, un uomo con un tale impatto ed una tale importanza, dovrebbe prendere la parola proprio in quel contesto nel quale si discute del ruolo dell’Europa nel mondo”, ha detto Schulz.

Il Servo di Dio Robert Schuman, Padre dell’Europa, di cui il 2013 segna il 50° dalla morte, continua ad ispirare la voce cristiana sull’Europa, affinchè il continente non rimanga mai sordo all’imprescindibile voce del Vangelo.

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