Il 1° ottobre di 25 anni fa San Giovanni Paolo II donava all’Europa tre modelli di speranza. Soprammobili o modelli? Dipende da noi
Di fronte a ciascuna ricorrenza storica l’atteggiamento può essere di nostalgia auto-celebrativa oppure di furbo rinnovamento, dipende da cosa orienta la propria vita. Noi di Cooperazione Cristiana Per l’Europa riconosciamo nelle ricorrenze il valore del passato se e quanto esso interroga il presente, preferendo lasciare la retorica vana ad altri.
Il titolo del documento di 25 anni fa, alla vigilia di un altro Giubileo – quello più appariscente del Duemila – richiama la virtù teologale della speranza: il mondo non ne sarà mai sazio, ma in questo “cambiamento d’epoca” è davvero una questione di vita o di morte. E queste tre donne, riconosciute di grande valore da credenti e non, ci sono offerte come modello e come protettrici. Hanno quindi due funzioni: cartello che indica la via e aiuto concreto nel percorrerla.
Dipende da me e da te tenere queste compagne di cammino come eleganti soprammobili, che a Bologna si chiamano “ciapa-pòlver” (prendi-polvere), oppure “usarle” come carburante di speranza per un’Europa confusa, impaurita, fragile.
Cogliamo quindi questa occasione per conoscerle meglio, fissando nella mente una o due caratteristiche di ciascuna, così da ricordarle anche quando il calendario ce ne propone la memoria: il 29 aprile Santa Caterina, il 23 luglio Santa Brigida, il 9 agosto Santa Teresa Benedetta (al secolo, Edith Stein).
[...] mi è parso che i cristiani europei, mentre vivono con tutti i loro concittadini un trapasso epocale ricco di speranza e insieme non privo di preoccupazioni, possano trarre spirituale giovamento dalla contemplazione e dall'invocazione di alcuni santi che sono in qualche modo particolarmente rappresentativi della loro storia [...] (Giovanni Paolo II, Spes Aedificandi, nr. 2)