Il Padre dell’Europa Robert Schuman potrebbe diventare presto Venerabile, primo “gradino” di un processo di beatificazione. A qualcuno questa prospettiva crea fastidio. Cerchiamo di rassicurare i preoccupati, spiegando perché questa è una bella notizia per chi crede nel sogno europeo.
di Paolo e Francesco Masina
In un articolo, apparso il mese scorso su Europa Today, Giulia Maini scrive: “Come spiega Euroactiv, secondo Bernard Ardura, responsabile delle canonizzazioni francesi a Roma, che ha difeso la candidatura di Schuman, il politico “ha dedicato la sua vita al servizio del bene comune, ha cercato la pace per creare una Comunità di Stati europei. È l’opera di un cristiano, serve da esempio e va riconosciuto”. Ma, secondo altri, questo riferimento così esplicito alla cristianità sarebbe solamente deleterio per la natura neutrale dell’Unione, di cui bisognerebbe sottolineare solamente l’identità multiculturale. Molti ribadiscono che la visione dell’UE che emerge dai Trattati sia di neutralità rispetto al fenomeno religioso. Sostengono inoltre che, dato che l’UE non professa la superiorità di alcuna Chiesa o confessione sarebbe ingiusto legare uno degli architetti del progetto europeo ad una religione”.
Riteniamo necessario riprendere le suddette argomentazioni per fare chiarezza.
Se esaminiamo il Trattato sull’Unione europea ci accorgiamo che l’Unione si fonda innanzitutto su dei valori Infatti, il Preambolo afferma che l’Europa si ispira “alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e dello Stato di diritto”.
La pretesa, dunque, di “una neutralità rispetto al fenomeno religioso” non esiste se, tra i valori fondativi, ci sono anche le religioni, a prescindere dall’indicazione delle “radici giudaico-cristiane” che, comunque, nessun laicista potrà mai espellere dalla storia dei due ultimi millenni (e pensiamo anche dei futuri millenni).
Inoltre se l’Europa “deve essere multiculturale” allora ogni cultura deve avere i suoi ideali e i suoi valori, messi anche in pratica, nella vita quotidiana. Altrimenti il “multiculturalismo” può diventare un paravento davanti al nulla.
Se vogliamo restare in punta di diritto, inoltre, dobbiamo riferirci, per la questione specifica, anche al Codice di Diritto Canonico. Circa le cause dei santi la materia è riepilogata nel documento della Congregazione dei Santi, del 2007, “Sanctorum mater”.
Questa è la premessa: “Madre dei Santi, la Chiesa ha sempre custodito la loro memoria, proponendo ai fedeli esempi di santità nella sequela Christi.Lungo i secoli i Romani Pontefici si sono preoccupati di emanare adeguate norme per facilitare il raggiungimento della verità in una materia così importante per la Chiesa”. Se, con pazienza, si esaminano tutti i 150 articoli della Sanctorum Mater si constata come la procedura è molto rigorosa e viene svolta con le caratteristiche di un vero e proprio processo, con numerosi attori e con procedure complesse e rigorose.
Per la dichiarazione di “beato” e poi di “santo” occorre un miracolo, riconosciuto come tale dopo lunghe e rigorose procedure, con la partecipazione anche di esperti e medici non cattolici e anche non credenti.
Ed è quello, il miracolo, che si attende per dichiarare beato Schuman.
Diverso è il caso del martirio in odio alla fede; in questo caso non occorre il miracolo, ma la procedura è ugualmente lunga, complessa e rigorosa, come è avvenuto, ad esempio, per il giudice Rosario Livatino (Beatificazione il 9 maggio 2021, Festa dell’Europa).
Dovremmo essere grati alla Chiesa Cattolica che, in tempi coì difficili, in un “cambiamento d’epoca” e non in un’epoca di cambiamento (come affermato anche da Papa Francesco), ci venga proposto un politico che ha certamente operato per il bene comune, non solo del suo paese ma di tuti i paesi dell’Europa.
Riconoscere Beato una persona significa prendere atto di una realtà che già c’è. Non ha pertanto alcun senso obiettare che „Sarebbe ingiusto legare uno degli architetti del progetto europeo ad una religione”. Quell’architetto del progetto europeo è legato ad una religione, e anzi – proprio la sua adesione al Vangelo gli ha ispirato le azioni politiche per le quali lo stesso Parlamento europeo l’ha riconosciuto Pater Europae.
Riconoscere ufficialmente la Santità di Robert Schuman non significa applicare alla UE la supremazia di una religione, ma mostrare che quella persona è un modello perché ha vissuto santamente l’impegno politico! Il principio della laicità dello Stato è nato sulle labbra di quello stesso Cristo a cui Schuman ha orientato la sua vita privata e quella pubblica:
“Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Mt 22, 22), quindi non è certo una velleità di strategia politica riconoscere un dato di fatto, maturato dopo un adeguato e doveroso discernimento.
Cosa sarebbe, allora, la proclamazione dell’eroicità delle virtù di Schuman? Riconoscere che nella sua vita – sia privata sia pubblica – ha cercato di conformarsi a Cristo nel servizio ai fratelli, nell’ambiente in cui quotidianamente operava e viveva, ovvero l’impegno politico e istituzionale. Privare oggi i fedeli e il mondo di un esempio luminoso di speranza e fiducia, questo sì sarebbe ingiusto.
Proclamare un politico santo è certamente un’operazione sensibile e delicata, perché non significa in automatico apporre il bollino dell’infallibilità a tutto ciò che ha fatto! Sarebbe invece alquanto avvilente che venga privato del giusto riconoscimento un politico valido e virtuoso che ha dimostrato come anche la politica può essere vista come una forma di impegno e nobilitazione propria e altrui.