Uno sguardo alle elezioni europee carico di responsabilità e speranza è il cuore del messaggio dei Vescovi della Comece per il voto del 25 maggio prossimo

Come già avvenuto cinque anni fa per il precedente appuntamento con le urne, per eleggere il Parlamento europeo ora a fine mandato, i Vescovi delegati dagli episcopati dell’Unione europea alla COMECE hanno pubblicato un manifesto per invitare i cittadini – non solo cristiani – a esprimere un voto secondo coscienza.

COMECE
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Lo scopo del documento, diffuso in ben 10 lingue attraverso il sito della Comece, «offrire orientamenti all’elettore UE formandone la coscienza, […] sottolineando le questioni di rilievo, valutandole attraverso il prisma della dottrina sociale Cattolica».

Il cuore del messaggio, a nostro avviso, è la “speranza oltre la crisi” di cui non può che essere impregnato uno sguardo cristiano sull’Europa, come richiamato dal vibrante invito alla speranza che il Beato Giovanni Paolo II ha lanciato nella Ecclesia in Europa (2003).

Speranza in un futuro migliore perchè «il progetto Europeo [è] ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche stati nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune». No ai disfattismi, ai populismi antieuropei, ai nazionalismi che solleticano l’egoismo e la chiusura in se stessi.

I temi oggetto della preoccupazione dei Vescovi europei sono ben noti: la centralità di sussidiarietà e solidarietà come principi fondanti della casa comune europea, la dignità della vita e della famiglia, la solidarietà verso gli immigrati e i rifugiati, la custodia dell’ambiente, la libertà religiosa, il riposo domenicale dal lavoro, l’evoluzione demografica.

La conclusione del messaggio è molto chiara: «Abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento del progetto europeo».

Il
messaggio
Cristiano
è
un
messaggio
di
speranza.
E’
nostra
convinzione
che
il
progetto
Europeo
sia
ispirato
da
una
visione
nobile
del
genere
umano.
Singoli
cittadini,
comunità
e
anche
stati-­‐
nazione
devono
essere
capaci
di
mettere
da
parte
l’interesse
particolare
alla
ricerca
del
bene
comune.